Consumi privati ancora in calo
Se da un lato le previsioni di ripresa economica per il nostro Paese evidenziano la possibilità di un trend positivo del PIL, sia per il 2021 che per il 2022, in termini di crescita globale, rispettivamente del 4,7 e del 4,4% (fonte ISTAT), dall'altro lato non si può dire altrettanto per quel che riguarda i consumi privati.
E' di questi giorni infatti la pubblicazione dell'allarme lanciato dall'Ufficio Studi di Confcommercio che evidenzia come la pandemia abbia contribuito a far precipitare ulteriormente i consumi che si attestano ai livelli più bassi degli ultimi 15 anni.
Dallo studio emerge infatti che la famiglia italiana tipo spende più del 40% del proprio reddito in quelle che vengono definite “spese obbligate”.
Tradotto in termini di cassa quasi 7.300 euro pro capite dove la parte del leone la fanno i costi legati all'abitazione quali smaltimento rifiuti, affitti, manutenzioni, bollette, senza peraltro escludere trasporti e spese mediche.
Evidente quindi la conseguente e immediata ripercussione sul consumo di beni e servizi commercializzabili che nel 2020 (rispettivamente 41,1%/15,6%) hanno fatto registrare valori inferiori a quelli del 1995 (46,1%-17,3%).
Il covid continua a minacciare la ripresa dell'economia per cui diventa indispensabile una serie di interventi tesi a riequilibrare il rapporto tra i diversi tipi di spesa, favorire per quanto possibile lo sviluppo del maggior numero di segmenti di domanda e quant'altro possa favorire lo sviluppo della domanda di consumi privati, per non vanificare, anzi rafforzare, per quanto possibile la crescita in atto.