Dida: Teatro di Shushi distrutto dopo un bombardamento
Da più di un mese nel Caucaso meridionale, è riesploso il decennale conflitto del Nagorno Karabakh. Una guerra che affonda le sue origini nel passato quando Stalin, nel 1921, decise di assegnare la terra caucasica, a maggioranza armena, all'Azerbaijan per rafforzare il paese asiatico nell'ottica di trasformarlo in un ipotetico avamposto da cui poter esportare la rivoluzione socialista in Turchia. Negli anni, la convivenza tra la comunità armena e quella azera nella regione si è fatta sempre più difficile e si sono registrate violenze da entrambe le parti che hanno portato alla guerra degli anni '90 che ha provocato oltre 30mila morti e conclusasi con la vittoria dell'esercito armeno che ha occupato l'intero territorio del Nagorno Karabakh proclamando la nascita della Repubblica dell'Artsakh. Lo stato non è stato però riconosciuto da nessun Paese al mondo, nemmeno dll'Armenia, e formalmente appartiene all'Azerbaijan. E' proprio questo empasse giuridico la ragione per cui ancor oggi si sono riaccese le ostilità
La capitale del Nagorno Karabakh, Stepanakert da più di 30 giorni è soggetta a continui bombardamenti da parte dell'artiglieria e dell'aviazione azera. In tutta la città si vedono i segni delle devastazioni provocate dalle esplosioni: case distrutte, voragini nelle strade e la gente rimasta in città è costretta a vivere nelle cantine per la paura di essere travolta dalle esplosioni. Il suono delle sirene che preannunciano una nuova incursione aerea è continuo, sia di giorno che di notte, e dopo ogni bombardamento si registrano morti e feriti. ''In seguito agli attacchi aerei noi riceviamo oltre cento feriti qui in ospedale- spiega il traumatologo Karen Davisyan- Le peggiori lesioni sono agli arti e alla testa a causa dell'utilizzo delle cluster bombs ma facciamo il possibile per salvare vite umane''. Nel nosocomio il personale medico lavora senza tregua e nei sotterranei sono state allestite sale operatorie perchè i bombardamenti non risparmiano neppure le strutture sanitarie e un' intera ala dell'ospedale è crollata causa della deflagrazione di un razzo. Gli attacchi sui civili sono incessanti, e anche l'esercito armeno ha colpito alcune città azere provocando la morte di oltre 60 cittadini dell'Azerbaijan.
I cessate il fuoco e le tregue umanitarie vengono continuamente violate, la guerra non sembra arrestarsi e sia sul fronte che nelle città, il bilancio delle vittime è in continuo aumento. Per rendersi conto della tragedia che sta travolgendo il Caucaso meridionale occorre recarsi al cimitero monumentale di Stepanakert, centinaia di fosse sono appena state scavate e un padre depone un fiore sulla tomba del figlio di soli 30 anni. Tutt'intorno il silenzio, il silenzio di una terra dove la guerra è endemica, la meglio gioventù è condannata al sacrificio nelle trincee e per migliaia di madri e padri non resta altro che una gelida foto e un infinito dolore.