Novità Estero

“E’ possibile un uragano di fame”

CIAD Desertificazione

Quando a marzo, durante una conferenza stampa, il segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres si espresse in questo modo per mettere in guardia sulle possibili ripercussioni che la crisi ucraina avrebbe potuto avere sull’approvvigionamento di grano a livello internazionale, l’opinione pubblica non si mostrò così attenta e spaventata come avrebbe invece preteso una frase di questo tenore. In quei giorni il mondo era estremamente concentrato sugli sviluppi bellici in Ucraina, su una possibile no fly zone, sul rischio di uno scontro frontale tra Nato e Russia, sull’eventuale assedio di Kyev e sui colloqui che franavano ancor prima di avviarsi. Oggi, a distanza di 70 giorni da quella esternazione del numero uno dell’ONU, il conflitto in Ucraina prosegue, Mariupol è stata rasa al suolo, in Donbass i combattimenti non cessano di intensità ma, parallelamente, la chiusura dei porti, le sanzioni imposte dall’occidente e l’interruzione delle esportazioni di cereali hanno fatto della previsione di Guterres una drammatica realtà. La guerra in Europa sta infatti affamando l’Africa. Il continente africano, popolato da 1,3 miliardi di persone, è affetto da problematiche endemiche di tipo economico, sociale e alimentare. Se già la pandemia aveva contributo a inasprire le criticità dell’Africa ora, a causa del conflitto russo-ucraino, crisi umanitarie e tensioni sociali rischiano di travolgere in maniera drammatica e irreversibile diversi Paesi dal Maghreb al Capo. In Egitto il costo del pane è aumentato del 50%, in Tunisia le importazioni di grano rischiano di diminuire del 15%, il Sudafrica ha già registrato un 7% in meno delle importazioni ma la situazione più tragica la si registra nel Corno d’Africa. Stando a un report pubblicato da Oxfam e Save the Children, in Somalia ed Etiopia la carestia è già iniziata e interessa mezzo milione di persone, in Kenya invece 3,5 milioni di persone soffrono la fame. E c’è una nota del report che spaventa e sconcerta allo stesso tempo perché rivela come la tempesta perfetta sia già in atto e come l’Africa, ancora una volta, sia condannata, senza alcuna colpa e coinvolgimento diretto, a pagare gli errori e gli orrori di una parte di mondo: “Tutti gli appelli delle Nazioni Unite per la risposta umanitaria nei diversi Paesi sono scarsamente finanziati a causa di altre crisi, come quella ucraina, che aggravano ulteriormente la piaga della fame”.

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