Cattedrale di Port-au-Prince ad Haiti distrutta a causa del terremoto del 2010
Il cielo era color del fango, i palazzi si erano sbriciolati, i corpi giacevano sotto le macerie, i cani latravano e tutta l'isola di Haiti, lo stato caraibico confinante con la Repubblica Dominicana, sembrava essere divenuta un girone dantesco. Era il 12 gennaio 2010, quando la terrà tremò per 53 interminabili secondi e 300mila persone persero la vita. Poi ci fu l'epidemia di colera e il morbo provocò altre 8600 vittime e lo stato del Centro America, conosciuto per il Voodoo, gli uragani, i Tonton Macutes e le dittature, attraversava uno dei momenti più drammatici della sua storia.
Dopo un lungo periodo di dolore e crisi umanitaria il Paese sembrava però essere riuscito a sollevarsi. Gran parte dell'isola, a distanza di dieci anni dal terremoto, era stata ricostruita, la malattia era stata sconfitta, i sistemi basici ritornavano a funzionare e dell'incubo che era stato rimanevano solo le cicatrici.
L'isola, nonostante sue difficoltà, sembrava pronta a intraprendere un nuovo corso, a sfidare la fame e la miseria e provava, attraverso le libere elezioni, a raggiugere una stabilità politica interna che in rare occasioni in passato aveva conosciuto.
Tutte le speranze maturate e coltivate negli ultimi due lustri si sono però infrante contro lo scoglio della realtà la notte del 6 luglio quando un commando di mercenari stranieri ha ucciso il Presidente haitiano Jovenel Moise. Anche se non si conoscono ancora i mandanti e le motivazioni vere che hanno portato all'omicidio della massima carica dello stato, in ogni caso l'omicidio del Presidente e il tentato golpe hanno fatto sprofondare il Paese in una spirale di violenza senza pari.
In queste ore scontri e sparatorie tra le diverse fazioni politiche sono all'ordine del giorno, i morti giacciono ai bordi delle strade e il paese dei Caraibi, che tanto aveva affascinato intellettuali come Graham Greene che proprio nella capitale Port au Prince aveva ambientato il suo romanzo ''I commedianti'', è di nuovo travolto da fiamme e tragedie. La violenza e la morte, come nel peggiore anatema vudù, sembrano essersi impossessati dell'isola e chissà se ci sarà mai qualcuno o qualcosa in grado di liberare una volta per tutte Haiti da questa maledizione.