Indici generazionali qualità della vita: Lodi e Milano
Domenica 26 maggio al Festival dell'Economia di Trento, è stato presentato il Report del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle provincie italiane, da cui emergono dati sicuramente da considerare a livello locale senza però dimenticare il confronto con Milano.
Al “top” del benessere per i più piccoli si piazza Sondrio, mentre Gorizia è in prima fila a garantire benessere per i giovani, e Trento per gli anziani.
E proprio in questa classifica relativa ai “baby boomers”, Lodi si piazza nella top ten tra le provincie italiane (unitamente ad altre 2 province lombarde: Como e Cremona) e più precisamente al 9° posto. Tra le motivazioni del piazzamento, il numero dei geriatri (che pone Lodi al 2°posto nella classifica nazionale), il numero delle biblioteche, i posti letto nelle Rsa, il consumo di farmaci.
Ma se Lodi è una città per anziani, non altrettanto si può dire per i bambini e per i giovani.
Relativamente ai bambini la qualità della vita lodigiana si piazza al 68°posto su 107 province. Alla base di questa poco apprezzabile valutazione: il numero ridotto di pediatri, la limitata entità della spesa sociale per famiglie e minori (103°posto), l'inadeguatezza degli spazi abitativi.
Per quanto riguarda i giovani, è ancora peggio: Lodi si colloca all'80ma posizione. A Lodi non si tengono concerti (105°posto) per abitanti tra i 18-35 anni, mancano aree sportive in relazione al numero dei giovani, poche le discoteche, pochi i laureati (76°) nella fascia 25-39 anni.
Al contrario Milano che per quanto megalopoli (con tutti i problemi annessi e connessi), si classifica tra le prime 50 città italiane, con indici generazionali meno distonici rispetto a Lodi e più precisamente: 35°posto per la qualità della vita degli anziani, 47° dei bambini, 43° per i giovani.
All'interno di queste classifiche, il “fiore all'occhiello” per il capoluogo è rappresentato dal primo posto a livello nazionale di residenze per i giovani tra i 18-35 anni però subito controbilanciato dal quoziente di nuzialità che la pone al penultimo posto tra le 107 province considerate.